GELATE PRIMAVERILI: METTERE A FRUTTO LE ESPERIENZE GIA’ VISSUTE
Le elevate temperature dell’aria registrate nei mesi di febbraio e marzo dell’anno in corso hanno favorito un certo anticipo fenologico nei vigneti di molte regioni.
Con la schiusura delle gemme e lo sviluppo dei germogli, la vite diventa più vulnerabile alle minime termiche, che sono date in forte abbassamento a partire da lunedì 23 marzo 2020, un po’ ovunque lungo tutta la penisola. Come comportarsi, anche sulla scorta dell’esperienza pratica maturata nel corso del 2017, di cui è ancora vivo il ricordo? Lo abbiamo chiesto a Tito Caffi, del DI.PRO.VE.S. dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
“Ricordiamo – afferma il ricercatore - che le zone più a rischio sono i fondivalle e le zone umide. Generalmente il fenomeno causa maggiori danni su terreni asciutti e su suoli inerbiti con vegetazione non controllata; l’intensità dei danni si riduce quando il cotico erboso viene tagliato e ancor più su suolo nudo. Qualora si abbiano a disposizione le classiche, ma purtroppo costose, tecniche di difesa dalle gelate primaverili, è opportuno essere preparati a usarle, tenendo controllata la dinamica delle temperature minime registrate e previste dalla stazione meteorologica aziendale; parliamo della creazione di fumi o nebbie artificiali con appositi fornelli o bruciatori, dell’impiego di ventilatori posti al di sopra delle chiome o, con tutte le cautele del caso, dell’irrigazione antibrina sovrachioma. In assenza di questi strumenti, oltre alla già citata gestione del suolo e del cotico erboso, può essere utile ricorrere a un trattamento fogliare con un concime a rapido assorbimento, laddove la vegetazione fosse già abbastanza sviluppata: questo comporterebbe un aumento della concentrazione dei succhi cellulari, abbassandone così il punto di congelamento. Ricordiamo che tutte queste operazioni permettono di mitigare il fenomeno delle gelate tardive poco intense e di breve durata, ma perdono efficacia via via che le temperature dovessero scendere di molto sotto 0°C, oppure perdurare e ripetersi per più giorni”.