Il rischio di gelate primaverili in ambiente collinare
In molte zone viticole toscane la percentuale di germogli con foglioline visibili è per il momento irrisoria e lo stadio medio attuale è quello di “gemme gonfie”.
A questo stadio di sviluppo l'apice vegetativo è ancora piuttosto ben protetto e abbassamenti di temperatura di uno o due gradi sotto lo zero termico hanno, generalmente, effetti negativi limitati. Negli ambienti collinari come quelli toscani, agli effetti della gelata da irraggiamento che può aver luogo in notti serene e con aria secca e fredda (magari aiutato dai famosi "venti di Tramontana") possono aggiungersi quelli dovuti ai movimenti convettivi, dove masse d'aria più fredde e dense "scivolano" verso i fondivalle provocando gelate diffuse ma solo ai piedi delle colline, con effetti e danni talora chiaramente visibili entro specifici limiti altimetrici.
La concentrazione dei succhi cellulari ha sicuramente un ruolo determinante nella suscettibilità al congelamento; un lento e progressivo abbassamento delle temperature nel corso di alcuni giorni può avere danni minori rispetto ad abbassamenti molto repentini e opportune concimazioni fogliari (se assorbibili) possono leggermente aumentare la resistenza al freddo. Altri metodi per prevenire danno da gelo possono essere i mezzi fisici, come segnalato da Tito Caffi nella sua nota del 20 marzo 2020.