Il rischio di gelate primaverili in ambiente collinare
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Se dal punto di vista fitopatologico non si individuano particolari criticità, la carenza idrica potrebbe rivelarsi problematica nel breve periodo.
Il 26 e 27 maggio 2020 abbiamo raccolto le testimonianze dei tecnici che, da Nord a Sud del nostro Paese, seguono numerose aziende vitivinicole e collaborano con Hort@ nel garantire una costante assistenza tecnica agli utenti di vite.net, nell’utilizzo del DSS e nella corretta interpretazione degli output. Ne emerge un quadro che indica come siano da tenere sotto osservazione le allerte peronospora e oidio e quelle relative allo stress idrico.
Carenza idrica protagonista al Nord-Est
“Se in termini di germogliamento sembrava inizialmente si dovesse registrare un anticipo, che poi sostanzialmente è rientrato, si è invece verificato un reale anticipo nella fioritura della Glera, che si è praticamente conclusa nel mese di maggio”. Così Leone Braggio (Uva Sapiens), che aggiunge: “Alcune varietà, Pinot grigio soprattutto, hanno germogliato in maniera particolarmente disforme e la motivazione è verosimilmente da attribuire alla scarsità delle piogge che hanno preceduto questa fase fenologica. Nel Nord-Est si sono registrati eventi piovosi degni di nota agli inizi di marzo, poi più nulla fino a fine aprile. E in qualche caso è stato necessario irrigare per favorire il germogliamento”.
Il team viticolo di Uva Sapiens: da sinistra Elia Rancan, Leone Braggio, Eleonora Rabassi e Roberto Merlo.
Sul fronte malattie, se si registrano infezioni ascosporiche di oidio nelle zone endemiche, la scarsità di piogge ha invece ostacolato, in molti areali, la diffusione della peronospora. “I sintomi di Plasmopara viticola sono rarissimi sia nelle zone collinari, pedemontana e Colli Euganei e Berici, sia nella pianura veneta, dove normalmente questa patologia è più aggressiva. Se nella zona pedemontana il mese di maggio ha portato piogge, nell'areale di pianura comunque le precipitazioni sono state scarse, contribuendo a contenere le infezioni primarie”.
Per quanto riguarda infine i parassiti, si rilevano le primissime neanidi di Scaphoideus titanus e si registra una certa diffusione di Eotetranychus carpini, seppur difficilmente con intensità preoccupante".
Piemonte: niente stress idrico e fenologia leggermente in anticipo
“Sia nel basso Piemonte che nelle Langhe - afferma Tiziano Arecco di VignaVeritas – si registra un certo anticipo nella fioritura, anche in zone normalmente tardive. Il germogliamento è avvenuto in maniera sostanzialmente regolare e uniforme e, contrariamente a quanto accaduto in altri areali viticoli italiani, pur essendo stati marzo e aprile molto avari di precipitazioni, in queste zone non si registrano particolari stress idrici: da inizio maggio a ora sono caduti dai 180 mm di pioggia, nell’alto Piemonte, ai 50-100 mm tra Langhe e basso Piemonte. Qualche macchia d’olio si rileva su diverse varietà (Nebbiolo, Cortese, Moscato bianco e Barbera), ma chi ha gestito la difesa in maniera preventiva intervenendo in situazioni critiche, tra una pioggia e l’altra, ha sostanzialmente controllato le infezioni primarie".
Il team VignaVeritas: da sinistra Tiziano Arecco, Davide Ferrarese e Matteo Tasca.
Emilia e Oltrepò, attenzione alle quantità
Nel Piacentino e in Oltrepò Pavese, dove la fenologia è in leggero anticipo rispetto alla media, l’annata è partita decisamente bene - racconta l’agronomo Fabio Bernizzoni – con peronospora pressoché assente e oidio presente soltanto laddove non si sono fatti trattamenti preventivi in previsione delle infezioni ascosporiche”.
Da tenere sotto controllo le produzioni per ceppo: “L’annata 2019, molto luminosa, ha favorito la fertilità delle gemme e sono frequenti i 2-3 grappoli per germoglio. Dobbiamo fare attenzione a questo aspetto e, se necessario, intervenire per alleggerire la produzione. Anche in considerazione del fatto che l’emergenza Covid ha rallentato le vendite di vino, è quanto mai auspicabile puntare alla qualità per l’annata 2020 e non alla quantità, soprattutto alla produzione di uve atte a dare vini predisposti all'invecchiamento”. La siccità diffusa in questo momento aiuta a contenere la vigoria, ma l’annata è ancora lunga e “se nel breve non pioverà – prosegue Bernizzoni - la siccità potrebbe diventare il problema chiave del 2020, anche a causa di riserve idriche scarse, dovute a un inverno molto secco”.
Toscana, la fillossera torna a mostrarsi
Anche in Toscana, dove la fioritura è piena e abbondante, non si registrano grandi scostamenti dalle medie pluriennali per la fenologia della maggior parte delle varietà; i problemi fitosanitari appaiono molto contenuti. “L’inverno secco - afferma l’agronomo ed enologo Alfredo Tocchini - ha rallentato la germinazione delle oospore di Plasmopara viticola e tanto le aziende a conduzione biologica quanto quelle in integrato hanno la situazione sostanzialmente sotto controllo, nonostante le piogge discretamente abbondanti registrate a metà maggio”. Qualche annotazione sul fronte degli insetti: “Soprattutto negli ambienti più freschi e in prossimità di boschi – prosegue Tocchini – la presenza di fillossera gallecola su foglie è frequente, ma almeno per ora non a livelli da giustificare trattamenti insetticidi. Da segnalare anche una certa presenza di tripidi".
Siccità, temperature elevate e scirocco in Puglia
"In Puglia - spiega Michele Fioretti di Agriproject - la situazione è a oggi regolare dal punto di vista fenologico, sia per l’uva da tavola che per quella da vino. Le piogge abbondanti di inizio stagione, seguite da settimane di caldo intenso, hanno accelerato fortemente lo sviluppo vegetativo. Le infezioni primarie di peronospora sono state segnalate dalle allerte di vite.net e ben controllate dalle aziende in cui il DSS viene utilizzato per la gestione dei vigneti per uva da vino. Al momento l’osservato speciale è l’oidio, ma nella filiera vitivinicola a oggi le preoccupazioni sono più in cantina, per il vino invenduto, che in campo. Stiamo tuttavia monitorando con attenzione Lobesia botrana e Cryptobables gnidiella”.
Il team di Agriproject durante un momento di formazione interna.
La natura delle precipitazioni verificatesi nelle ultime settimane non è stata sufficiente per ricostituire le riserve idriche. “Gli invasi - prosegue Fioretti - a fine aprile erano a 1/3 della loro capacità, tanto che i Consorzi di bonifica stanno preannunciando possibili razionamenti delle acque irrigue nelle settimane a venire. Pertanto sull’uva da tavola valuteremo la situazione a fioriture completate ed eventualmente interverremo per alleggerire i ceppi e ridurre i problemi di stress idrico in maturazione. Il mese di maggio in Puglia è stato anche caratterizzato da temperature elevate, con punte di 35°C, e vento di scirocco, che ha provocato diversi danni sui giovani germogli".5>
Entrare in vigneto solo quando serve davvero
Mai perdere di vista l’obiettivo di portare uve sane in cantina, evitando di entrare in vigneto quando i trattamenti sarebbero non solo inutili, ma anche dannosi per l’ambiente e per le tasche del viticoltore. È questo il punto centrale secondo Giovanni Bigot (Perleuve), che sottolinea anche come il monitoraggio sia alla base di una gestione razionale del vigneto. “Dedicare tempo ed energie all’osservazione delle proprie viti può apparire dispendioso in termini di tempo e risorse umane, ma spesso consente di risparmiare sui costi di trattamenti ingiustificati”. Nelle sue dirette Facebook settimanali, l’agronomo illustra i numeri raccolti all’interno della app 4Grapes, nella quale i viticoltori possono inserire, grazie alla funzione “Intorno a me”, i dati raccolti nel corso dei monitoraggi periodici dei propri vigneti, contribuendo a una panoramica generale sull’evoluzione della presenza di sintomi di malattie e parassiti. Le 4.500 osservazioni raccolte nell’ultima settimana – ha affermato Bigot nella sua diretta del 27 maggio 2020 – indicano, rispetto alla precedente e a livello generale, dati in crescita per la peronospora e piuttosto stabili per l’oidio, ma fanno la loro comparsa segnalazioni di black rot e di tignole. Nel 4% circa dei 1.500 vigneti controllati si segnala presenza di peronospora, soprattutto al Sud, mentre meno colpite sembrano essere le regioni del Nord Est ed esenti quelle del Centro. L’oidio tende a manifestarsi nelle zone endemiche, ma la segnalazione di alcune infezioni conidiche indica che la difesa in alcune situazioni deve cambiare il passo".