Professor Jelev, quali sono i tratti distintivi dell’agricoltura bulgara nel 2020?
“L'agricoltura è tradizionalmente molto importante per l'economia bulgara. Essa rappresenta circa il 5% del Prodotto Interno Lordo nazionale, contro il 67% dei servizi e il 28% dell’industria. Tuttavia, in oltre il 30% delle regioni bulgare la quota del Pil dovuta all’agricoltura varia dal 13 al 23%. Il grano tenero è la coltura più diffusa, coltivata su circa 1,1 milioni di ettari, seguito da girasole (0,7 milioni di ettari), mais (0,4 milioni di ettari), colza (0,15 milioni di ettari) e orzo (0,11 milioni di ettari). Piccole superfici sono investite a Triticum durum, anche se le condizioni nel sud del Paese sono favorevoli a tale coltura, che gode di maggior interesse da alcuni anni a questa parte. Frutticolture e viticoltura, fatta eccezione per alcune regioni, sono meno importanti.
La coltivazione di orticole è in contrazione a causa della ridotta presenza di industrie di trasformazione. A livello di meccanizzazione, ritengo che i nostri agricoltori siano tra i più evoluti in Europa, per due ragioni principali: la prima è senza dubbio legata al sostegno economico proveniente dalla Ue, ma la seconda è l’estensione delle nostre aziende agricole e dei nostri appezzamenti, che permette di utilizzare macchine e attrezzature di grandi dimensioni e più sofisticate rispetto a quelle utilizzate, per esempio, nell’agricoltura serba, greca o turca. Sicuramente le condizioni climatiche favorevoli e le rese elevate consentono agli agricoltori di investire di più”.
Quanto è diffusa l'agricoltura di precisione tra gli agricoltori bulgari?
“Dipende molto dalle dimensioni della singola azienda e più in generale dalla sua capacità di investimento. In generale, fintanto che gli agricoltori hanno realizzato profitti elevati, grazie al clima favorevole e ai sussidi, sono stati meno motivati all’innovazione. Ma negli ultimi anni si nota una spinta maggiore all’efficienza, soprattutto al contenimento dei costi di produzione. Alcune start-up locali si sono concentrate sugli aspetti di automazione e digitalizzazione in agricoltura e si nota un certo fermento in questa direzione, che contribuisce allo sviluppo dell’agricoltura di precisione”.
Cosa può dirci della sua esperienza con il DSS grano.net in Bulgaria?
“Ho una passione per l'epidemiologia, la difesa integrata, le tecniche colturali alternative e la modellistica previsionale. L'uso dei modelli previsionali può essere tuttavia un’arma a doppio taglio: se non si dispone di strumenti attendibili e robusti in cui implementarli, è meglio seguire la lotta a calendario. Stiamo diffondendo il DSS grano.net soprattutto presso le giovani generazioni, caratterizzate da minori pregiudizi e maggiore entusiasmo nei confronti delle nuove tecnologie. Durante le mie lezioni all'Università di Agraria di Plovdiv, noto come gli studenti cambino atteggiamento quando inizio ad argomentare di DSS e di nuovi orizzonti che è possibile aprire grazie al loro utilizzo. Al momento usiamo grano.net principalmente per il controllo delle malattie. Abbiamo problemi importanti e pressoché costanti di ruggine, diventata particolarmente aggressiva a causa di autunni e inverni miti, ma anche perché coltiviamo principalmente varietà francesi, non selezionate qui e quindi molto probabilmente sensibili ai biotipi locali del fungo. Abbiamo imparato che per gestire questo problema, oltre a utilizzare grano.net, abbiamo bisogno di un buon monitoraggio delle ruggini a livello nazionale, perché in alcune stagioni l’inoculo è pressoché assente e, pur in presenza di condizioni climatiche apparentemente favorevoli allo sviluppo della malattia, gli agricoltori potrebbero ridurre i trattamenti. La completezza e flessibilità di grano.net ci consente di gestire un'enorme diversità di genotipi locali e stranieri di grano, dal comportamento molto particolare. Malattie come la septoriosi e l'oidio sono oggi poco preoccupanti, ma altre - come la ruggine gialla - sono più diffuse. Gli agricoltori hanno iniziato a optare per la gestione conservativa del suolo, che comporta maggiori quantitativi di paglia lasciati in superficie, e a causa di ciò la fusariosi della spiga potrebbe diventare un problema più serio. Abbiamo condotto numerose prove e osservazioni a scopo di validazione del DSS, e da questo punto di vista apprezziamo molto l'eccellente comunicazione con gli agronomi di Hort@ e la loro disponibilità all’assistenza tecnica sull’uso del servizio”.
La difesa è l’unico aspetto colturale nel quale il DSS rivela la sua utilità?
“Certamente no. Negli ultimi 2-3 anni abbiamo investito molto nei consigli nutrizionali. Il suolo è un universo a sé stante e molto spesso i risultati che otteniamo in prove comparative ci sorprendono. La maggior parte dei nostri agricoltori applica elevate quantità di azoto sbagliando la tempistica di distribuzione. Questo spesso causa problemi, soprattutto danni da gelo o stress idrico elevato durante la primavera, spesso siccitosa. Poiché si punta a rese elevate, è indispensabile trovare il giusto equilibrio tra le diverse tecniche colturali, fatto che può essere fortemente supportato dall’utilizzo di grano.net e dall’orientamento a un processo decisionale flessibile”.
Dal suo punto di vista, quali sono i principali vantaggi derivanti dall'utilizzo di grano.net, per un agricoltore e/o per un consulente?
“Dopo anni di utilizzo di grano.net, ho imparato che il risparmio di denaro è l'ultimo dei vantaggi portati dal DSS, anche se è un dato di fatto che grazie a esso tagliamo circa il 30-50% dei costi di produzione. La verità è che il rischio di una stagione persa, le notti insonni e le preoccupazioni che l’impiego del DSS consente di evitare contano molto di più. L’agricoltura è un business, e nelle aziende agricole di grandi dimensioni grano.net è un valido supporto dal punto di vista organizzativo, aiutando gli utenti a stabilire le priorità e a pianificare gli interventi più adeguati. A ciò si aggiunga che la Bulgaria ha vissuto un intenso spopolamento delle campagne e che strumenti come i DSS sono un modo per compensare il ridimensionamento del fattore umano in agricoltura - pur non sostituendolo mai completamente - così come un mezzo per aiutare il consulente a seguire più facilmente vaste aree coltivate”.
In che misura la sostenibilità è riconosciuta come un valore da parte degli agricoltori bulgari?
“Onestamente, non si può affermare che essi siano particolarmente sensibili ai temi legati alla sostenibilità ambientale, che sostanzialmente viene presa in considerazione in termini di misure restrittive o di possibili finanziamenti dallo stato. Tuttavia essi hanno iniziato a concentrarsi molto di più sulla coltivazione sostenibile delle colture e sulla gestione del suolo, il che indica una maggiore consapevolezza e una riflessione più profonda sulle tecniche colturali applicate”.